Riccardo Buscemi (Forza Italia): il Comune non ha mai dato attuazione alla convenzione del 2009 per riallocare con finalità esposite tutto il materiale dell'ex Fabbrica Corradini di via San Michele

Cosa resta della grande tradizione ceramista pisana che per oltre dieci secoli è stata una componente importantissima dell’economia del nostro territorio? Delle tante fabbriche e dei tanti laboratori diffusi in città e soprattutto nel quartiere di San Michele degli Scalzi, l’ultima grande realtà superstite è stata la Richard Ginori a Porta a Piagge, chiusa però alla fine degli anni ’70 dopo una lunga stagione di lotte degli operai determinati a salvare il proprio posto di lavoro. Dopo la chiusura, ci fu il tentativo di salvare il salvabile con l’operazione Sintergres, sostenuta dalla “politica” e subito naufragata, costringendo poi a trasformare il sito produttivo mai decollato nell’attuale polo della Valdarno SRL a Ospedaletto, con aggravio per la casse comunali. A Porta a Piagge, dove c’era la Richard Ginori, oggi c’è il complesso immobiliare “Pisa ‘81”, nato dalla speculazione immobiliare di Ligresti e al posto dell’ex circolo ricreativo (dopo gli anni bui dell’occupazione del CSOA Macchia Nera) sorge la nuova biblioteca comunale. Ma ormai non c’è più nessuna traccia di quel passato industriale glorioso, nonostante l’impegno di qualche ex operaio, primo fra tutti Paolo Di Sacco, di aprire proprio nel quartiere un centro permanente dedicato alla Ceramica, dove raccogliere gli oggetti conservati gelosamente nel tempo e soprattutto allestire un laboratorio didattico e formativo. Facendo magari sinergia con il Liceo Artistico Russoli e creando nuove opportunità di lavoro per i diplomati. Dopo quella con la Richard Ginori che preferì chiudere il sito di Pisa, gli ex operai rischiano ora di perdere un’altra battaglia, quella con il Comune di Pisa, che aveva promesso di realizzare il loro sogno del Museo e Laboratorio Permanente della Ceramica, quando obbligò i proprietari dell’ex Fabbrica Corradini di Via San Michele a cedere al Comune tutto il “materiale quali stampi, ceramiche, macchinari, attrezzature” per finalità espositive. La convezione sottoscritta nel 2009, che forma parte integrante della variante urbanistica che consentì di realizzare un complesso residenziale dove ieri sorgeva la fabbrica, non ha mai avuto un seguito da parte del Comune, evidentemente incapace di utilizzare quel “prezioso” materiale custodito in ben sedici casse, contenti decalcomanie, crogiuoli, forme varie, antiche e moderne, conche, torni campionari di attrezzi e tanti oggetti di ceramica, oltre a ben 24 macchine tutte inventariate che di quel mondo antico e ormai lontano formano un’unica testimonianza che altri Comuni avrebbero saputo valorizzare già da tempo.

Nella foto: Riccardo Buscemi con uno degli oggetti di ceramica prodotti a Pisa.